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La Parrocchia

Liturgia

Storia della Chiesa Parrocchiale

Il territorio di Scapezzano ha una storia molto antica, il nome Scapezzano appare per la prima volta come "fundus Scaptianus" in un documento dei possedimenti che il Monastero di S. Pietro di Ravenna aveva nel X secolo nel territorio di Senigallia, deriva sicuramente dalla latina tribù "Scaptia" la quale arrivò sulle rive dell'Adriatico nel III sec. a.C., al momento della fondazione della colonia di Sena.

La costruzione dell'attuale Chiesa risale alla fine del XVIII secolo sulle rovine di quella primitiva, eretta insieme all'abitato di Scapezzano attorno all'anno 1000 d.C..

Il primo documento scritto in cui viene citata la Chiesa di S. Giovanni Battista di Scapezzano è del 1196 e si trova nel Codice di San Gaudenzio. Nella Bolla di Papa Onorio III del 29 maggio 1223 nella quale si determinavano le competenze delle diocesi, la Chiesa San Giovanni Battista di Scapezzano fu posta sotto la giurisdizione del Vescovo di Senigallia Benno.

Nel volume di Pietro Sella in cui vengono elencate le Chiese della Marca, che versano le decime negli anni 1290-1292, la Chiesa di S. Giovanni Battista di Scapezzano, nella persona del rettore D. Antonio, paga una decima di 5 soldi, quantità di denaro che versavano le chiese di media importanza.

Tra il XV e il XVI secolo, Scapezzano vive un momento importante arrivano nel castello eminenti famiglie nobili forestiere come i Gabrielli ed i Baldassini di Gubbio, ed anche numerosi emigranti provenienti dalla Dalmazia, gli schiavoni, che contribuiscono ad accrescere il numero degli abitanti del castello. Il vescovo di Senigallia, poi cardinale, Marco Vigerio I della Rovere tiene in grande considerazione Scapezzano e nomina Don Giacomo Bonvicini, venuto anche lui da Savona al suo seguito, parroco del castello e vicario del vescovo. Nel manoscritto del 1596 del vescovo di Senigallia Pietro Ridolfi, Scapezzano viene descritto come un nobile castello, dove amano villeggiare nobili e magistrati, e ci propone i disegni delle 8 chiese che erano sul territorio.

Queste oltre a quella parrocchiale dedica a S. Giovanni Battista vi erano: S. Anastasio, S. Sebastiano con annesso l'ospedale dei poveri, il SS. Sacramento, il SS. Crocifisso, il Cenobio dei Cappuccini, La Madonna Incoronata e S. Maria del Soccorso. La vecchia chiesa parrocchiale di S. Giovanni Battista nel disegno del Ridolfi è molto più piccola a bassa dell'attuale, al suo interno aveva sette altari. Quello maggiore era intitolato a S. Giovanni Battista; tra quelli laterali vi era quelle dedicato alla Madonna del SS. Rosario nel quale era sicuramente posto il quadro di Lelio Leoncini la Madonna del Rosario, oggi finito non si sa come in una galleria privata, ma il parroco e gli scapezzanesi sono fortemente decisi a riavere nella Chiesa. Le vecchia Chiesa fu demolita alla fine del XVIII secolo, perché ormai cadente e insufficiente per una parrocchia che contava più di 3.000 anime. Come ricordo di questa rimane un affresco che raffigura l'Eterno Padre, opera di un valente e sconosciuto pittore di scuola umbra del XV secolo e si trova sulla scala che portava all'organo.

La costruzione dell'attuale Chiesa fu diretta da un certo mastro Simoncioni, costò 4300 scudi per pagare i quali la parrocchia mise in vendita alcuni fondi, e dopo circa 40 anni vi erano ancora dei debiti da saldare per cui il parroco Don Nicola Orciari nel 1830, pregò il vescovo di abbonargli i tributi che la parrocchia doveva pagare alla diocesi.

La Chiesa è un bellissimo edificio neoclassico concepito come aula unica, maestoso nella sua spazialità ed altezza; altrettanto maestosa è la facciata in cotto. Prima della II guerra mondiale l'abside e le colonne erano finemente decorate e sopra l'ingresso era posto l'organo.
I bombardamenti avvenuti durante il passaggio del fronte hanno causato all'edificio enormi danni, in particolare l'interno è stato stravolto. Poi in seguito al cambio della liturgia la costruzione dell'altare rivolto verso i fedeli ha portato allo smantellamento e alla perdita di una pregevole balaustra di marmo.

Oggi dopo l'ultimo ed accurato restauro (2006-2007) la Chiesa ha riacquistato un aspetto solenne.